È operativo da questa settimana il piano di riorganizzazione dell’Istituto Ortopedico Rizzoli concordato a livello metropolitano per far fronte all’emergenza coronavirus: tutte le urgenze ortopediche vengono gestite all’ospedale di San Michele in Bosco, così da alleggerire gli altri nosocomi di Bologna e provincia, garantendo al contempo alla cittadinanza l’assistenza specialistica necessaria.
Il Rizzoli, così come gli altri ospedali, ha sospeso l’attività programmata, mantenendo esclusivamente i ricoveri e le visite per i pazienti oncologici e i non differibili, compresi i controlli post intervento e post Pronto Soccorso. Tutto il personale sanitario non impegnato su queste prestazioni è quindi da ora dedicato all’attività di urgenza ortopedica, che viene distribuita nei reparti dell’Istituto.
È stata attivata, con l’obiettivo di accelerare i passaggi che portano alla diagnosi, una squadra di infermieri dedicati e formati, che si occupa insieme alla Medicina del Lavoro di sottoporre al tampone pazienti e personale nei casi in cui è previsto dalle linee guida e dalla normativa.
Tra il personale, si contano ad oggi complessivamente sette positivi al COVID-19. Stanno rientrando al lavoro dopo l’isolamento domiciliare precauzionale i medici e gli infermieri entrati in contatto con l’infermiere risultato positivo una settimana fa che sono risultati negativi al tampone.
In caso di pazienti positivi, è prevista la dimissione se le condizioni cliniche lo consentono oppure il trasferimento in un reparto Covid della rete metropolitana bolognese.
Grazie allo sforzo del personale, l’ospedale assicura le cure ortopediche con questa organizzazione d’emerganza applicando le disposizioni previste per pazienti ricoverati e personale.
I Laboratori di ricerca nella sede di via di Barbiano sono presidiati dai ricercatori, che garantiscono le attività non differibili.