San Michele in Bosco tappa bolognese del Grand Tour
Da quasi 250 anni una piccola scritta graffita sta nel chiostro ottagonale di San Michele in Bosco, sulla porzione di intonaco dipinta da Ludovico Carracci con “Le sette fanciulle inviate a tentare San Benedetto”. Vi si legge:
1778
Fuseli
Amor mio
Non è sola, però. Subito sotto qualcuno, con diversa calligrafia, ha aggiunto:
& mio
Ottley 1799
Sembrerà strano, ma sappiamo in entrambi i casi di chi si tratta. Johann Heinrich Füssli, nato a Zurigo nel 1741, assunse il nome di Henry Fuseli dopo essersi stabilito in Gran Bretagna nel 1763. Entrato in contatto con Joshua Reynolds, il maggiore pittore inglese del tempo, venne incoraggiato ad esercitarsi nella pittura. E’ così che alla fine del 1769 parte per l’Italia per recarsi a Roma per studiare l’arte rinascimentale. Il soggiorno italiano termina nel 1778. Fuseli riparte per Zurigo (vi arriverà ad ottobre) ed è durante questo viaggio di ritorno che sosta a Bologna, facendo visita più volte al chiostro affrescato da Ludovico Carracci e collaboratori in San Michele in Bosco. Sappiamo dalle sue lettere del suo entusiasmo davanti a quei dipinti – li preferiva alle volte affrescate da Annibale Carracci alla Galleria Farnese a Roma. Comunque, in una lettera del 29 settembre 1778 scrive di aver lasciato un “sigillo del cuore” sulla parete dipinta da Carracci – è il nostro graffito.
L’apprezzamento di Fuseli fu poi sottoscritto nel 1799 dal suo giovane amico William Young Ottley, in occasione del passaggio bolognese del suo “grand tour”. Ottley (1771-1836), pittore meno talentuoso, ma grande intenditore e soprattutto grande mercante d’arte italiana, divenne quindi curatore del gabinetto di stampe e disegni del British Museum.
Per tutto il Settecento ogni illustre personaggio interessato all’arte ed in transito a Bologna non mancava di visitare San Michele in Bosco ed in particolare il suo chiostro ottagonale dipinto nel 1604-1605 da Ludovico Carracci e collaboratori, nonostante le pitture fossero già in gran parte rovinate. Fu così per Montesquieu nel 1729 (ne parla nel suo Viaggio in Italia), nel 1761 per Jean-Honoré Fragonard, poi divenuto uno dei massimi pittori francesi, ed ancora nel 1765 per Joseph-Jérôme Le Français de Lalande, probabilmente il maggiore astronomo francese del XVIII secolo, oltre a molti altri tra cui Fuseli (1778) e Ottley (1799).
PS L'immagine di Fuseli nel chiostro è stata elaborata utilizzando il ritratto di Henry Fuseli dipinto da James Northcote nel 1778 (fonte commons.wikimedia.org).