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Il Rizzoli pienamente operativo per la cura dei pazienti oncologici. L’invito del prof. Donati a non ritardare la cura anche in tempi di coronavirus

9 Aprile 2020

L'Istituto Ortopedico Rizzoli è pienamente operativo e strutturato per proseguire la cura dei pazienti oncologici con patologie legate all'osteosarcoma di cui è un'eccellenza in Italia ed in Europa. "Scriveteci, non rimandate le cure o le diagnosi", è l'appello del professor Davide Maria Donati, professore associato presso l'Università di Bologna e direttore della Clinica ortopedica e traumatologica III a prevalente indirizzo oncologico del Rizzoli. "Non si possono aspettare 2 o 3 mesi e lasciare indietro una patologia così complessa", aggiunge. "Mi arrivano messaggi di persone che pensano di non poter accedere alle cure e per questo penso sia giusto dire alle persone che invece possono e devono curarsi".

Il prof. Davide Maria Donati, direttore della Clinica III del Rizzoli"Noi del Rizzoli - dice ancora Donati - abbiamo continuato a dare tutti i servizi necessari. L'ospedale è attrezzato e ci si può curare in sicurezza". I follow up vengono fatti per via telematica, con tutta la documentazione necessaria e in caso di necessità il paziente viene ricoverato. A quel punto - spiega ancora Donati - le 3 o 4 fasi necessarie per una diagnosi vengono realizzate in un unico ricovero di una settimana: accertamenti diagnostici, biopsia, esami di laboratorio ed interventi chirurgici oltre che eventuali terapie dovessero rendersi necessarie. Ed il Rizzoli si e' anche dotato di una procedura di routine per fare i tamponi ai pazienti ricoverati che nel caso risultino positivi vengono trasferiti in una ala dell'ospedale appositamente adibita alla cura del Covid potendo continuare la cura della patologia di base.

"Voglio dire a tutte le persone che hanno dei sospetti, ai nostri pazienti, a chi deve fare un controllo - prosegue Donati - che noi ci siamo, che debbono scriverci e che siamo a loro disposizione sempre. Ma soprattutto che le diagnosi e le cure non vanno rimandate. Questo - conclude - e' un male che evolve rapidamente ed il tempo è un fattore prognostico importante. Le persone non devono avere paura di curarsi o ritenere di rimandare una diagnosi pensando che gli ospedali siano assorbiti dal coronavirus o non attrezzati. Non ci possono essere malattie dimenticate. Le cure sono un diritto per tutti".

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