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Di nuovo in moto dopo il tumore: al Rizzoli ricostruzione spalla 3D

21 Novembre 2020

Il lieto fine è in sella alla sua moto, dove è iniziata la storia che lo lega oggi a Bologna. P.G., 40 anni, è un appassionato di due ruote. Fa una lastra che evidenzia una lesione alla scapola. All’inizio sembra benigna, poi la doccia fredda: osteosarcoma, tumore delle ossa raro quanto aggressivo. 

Il centro di riferimento italiano è l’Istituto Ortopedico Rizzoli, dove P.G. viene visitato dal dottor Giuseppe Bianchi della Clinica di Ortopedia Oncologica diretta dal Prof. Davide Donati

Di fronte alla gravità della situazione, si rende necessario un intervento chirurgico che asporti la parte di osso malata. La buona notizia è che l’intervento può essere conservativo, perché il tumore non si è ancora esteso e la funzione del braccio può quindi essere preservata. Ma è la scapola a determinare il movimento del braccio, ed è concreta la prospettiva di una fortissima riduzione delle funzioni dell’arto. 

Il paziente dopo l'intervento. A fianco il Dr. Giuseppe Bianchi, medico della Clinica ortopedica e traumatologica III a prevalente indirizzo oncologico

Abbiamo deciso di utilizzare la metodica ad oggi più moderna per la ricostruzione di segmenti scheletrici a geometria complessa quale è la scapola, vale a dire la resezione ‘misurata’ con guide di taglio e ricostruzione con protesi personalizzata utilizzando la stampa 3D ed evitando l’asportazione completa della scapola che avrebbe portato a una grave menomazione funzionale con perdita di movimento della spalla - spiega il dottor Bianchi. - Il tutto mantenendo comunque i criteri di adeguatezza chirurgica per quanto concerne gli aspetti oncologici.

L’intervento è stato eseguito nell’autunno del 2019, a distanza di un anno e con un programma di riabilitazione costantemente seguito dalla Medicina Fisica e Riabilitativa del Rizzoli diretta dalla prof. Maria Grazia Benedetti il paziente è arrivato a recuperare la funzionalità del braccio al punto di poter rimontare sulla sua moto e riprendere appieno la sua vita. Al termine dell’ultima visita di controllo, ha ricevuto la tessera di socio onorario del Moto Club IOR, associazione di dipendenti amanti delle due ruote impegnati in iniziative a favore dell’Istituto. E appena la situazione epidemica lo consentirà l’azienda della sua moto lo inviterà in visita al quartier generale di Bologna. 

Casi come questo spiegano perché è importante che i pazienti con tumori delle ossa siano curati in un centro di riferimento come l’Istituto Ortopedico Rizzoli, dove è nata l’ortopedia oncologica italiana - commenta il direttore generale del Rizzoli Anselmo Campagna. - Competenze integrate di più specialisti e ricerca di livello internazionale hanno consentito di ridurre la mortalità e di applicare l’innovazione tecnologica in sala operatoria per migliorare la qualità della vita dei pazienti, anche con soluzioni alternative alle amputazioni. E nell’emergenza Covid i percorsi oncologici continuano a essere garantiti e sicuri.

Il paziente di nuovo in moto.

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