La Biblioteca Centrale, intitolata al Re Umberto I, sorge nelle aule cinquecentesche, una volta sede della "libreria" dei Monaci Olivetani.
Controversa è la data di edificazione della prima biblioteca del convento di S. Michele in Bosco: secondo alcuni autori risalirebbe alla fine del secolo XV, mentre altri indicano il 1517 sotto il Priorato di Barnaba Cevenini. E' certo che nel 1677 Taddeo Pepoli, priore del convento, decise a proprie spese di riaffrescare la biblioteca affidando l'esecuzione dell'opera architettonica a Gian Giacomo Monti e quella pittorica a Domenico Maria Canuti.
Nel 1762 Padre Rosini da Lendinara portò finalmente a compimento il maestoso mappamondo, ancora oggi presente in biblioteca, avvalendosi delle descrizioni di cartografi e viaggiatori esperti.
Con la soppressione degli ordini ecclesiastici, nel 1797 la biblioteca subì gravi danni: le antiche scaffalature seicentesche furono distrutte mentre i preziosi codici miniati, gli incunaboli e i manoscritti furono dispersi.
Il convento attraversò in quegli anni un periodo oscurissimo e si dovette aspettare il 1841, anno in cui il complesso divenne residenza del Legato Pontificio Spinola, perchè le aule affrescate dal Canuti riacquistassero l'antico prestigio: infatti i locali della biblioteca furono adibiti a sale di ricevimento per Principi, Cardinali, uomini d'armi e famosi politici fino al 1880, quando il professor Rizzoli acquistò il convento per istituire un ospedale ortopedico che venne inaugurato nel 1896.
Ma la biblioteca riacquistò l'antico splendore solamente nel 1922, quando l'allora Direttore dell'Istituto Ortopedico Rizzoli, Vittorio Putti, fece restaurare i locali e li destinò ad accogliere il patrimonio librario. Tale patrimonio, costituito nel 1900 grazie ad una donazione della provincia di Bologna per onorare la memoria del Re Umberto I, al quale è stata intitolata la biblioteca, rappresenta una delle più complete e rare collezioni librarie esistenti in campo ortopedico.