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Osteoartrosi della mano

L’osteoartrosi (OA) della mano è una malattia progressiva caratterizzata da dolore e disabilità con conseguente limitazioni nello svolgimento delle comuni attività quotidiane e lavorative che coinvolgono i movimenti fini delle mani. L’inizio della patologia non è databile fino alla comparsa dei segni clinici. Alterazioni biomeccaniche, predisposizione genetica e processi di invecchiamento articolare determinano una perdita del fisiologico equilibrio tra fenomeni degenerativi e fenomeni riparativi a livello della cartilagine articolare.

Tuttavia, negli ultimi anni è stato dimostrato il ruolo di un processo infiammatorio nella patogenesi dell’osteoartrosi che porta alla liberazione di sostanze in grado di indurre dei danni irreversibili con fibrillazione e ulcerazioni della cartilagine articolare e con il progredire della malattia vi è un coinvolgimento delle altre strutture articolari. Ciò si riflette clinicamente con la comparsa di rigidità articolare, gonfiore dei capi ossei e dolore in alcune tipiche articolazioni della mano, deformità e disabilità. Per rallentare la progressione naturale della malattia sarebbe necessario un riconoscimento delle sue fasi più precoci, quando il danno cartilagineo è nelle sue fasi più iniziali e l’osteoartrosi è ancora clinicamente asintomatica. In tale ottica, presso il nostro centro è in corso di attivazione uno studio per l’individuazione attraverso il dosaggio di biomarcatori solubili e l’uso di tecniche di imaging di alterazioni precoci in pazienti di età ≤ 50 anni con sintomi di osteoartrosi delle mani (in una fascia di età, quindi, più precoce rispetto alle casistiche valutate ad oggi) e in soggetti completamente asintomatici, figli/e di pazienti con osteoartrosi della mano e quindi con forte predisposizione alla malattia. Al termine del suddetto studio, verrà disegnato un trial clinico randomizzato controllato con placebo di tipo terapeutico.

Artrosi della mano con evidenti noduli di Heberden sulle articolazioni distali delle dita

L’obiettivo della terapia attualmente è quello di migliorare la funzionalità e la qualità della vita controllando il sintomo principale rappresentato dal dolore che peggiora con il movimento e regredisce a riposo (esattamente l’opposto rispetto a quanto avviene in corso di artrite) e viene trattato in primis con l’uso del paracetamolo e in caso di inefficacia al dosaggio adeguato, come farmaco antidolorifico, si passa ai farmaci oppiacei. Trovano indicazione anche brevi cicli di terapia con FANS che danno un sollievo immediato, mentre non vi è indicazione per i glucocorticoidi per via sistemica, per via intra- o peri-articolare possono associarsi a un notevole miglioramento della sintomatologia per settimane o mesi. È stata dimostrata, inoltre, l’efficacia delle iniezioni intra-articolari di acido ialuronico. A scopo preventivo viene consigliato anche l’uso ciclico dei farmaci sintomatici a lenta azione per l'osteoartrosi (SYSADOA: symptomatic slow-acting drugs for osteoarthritis) che per agire richiedono parecchie settimane e hanno un residuo effetto dopo l’interruzione del trattamento, i cosiddetti condroprotettori (integratori per il trofismo della cartilagine a base di glucosammina, condroitin solfato, acido ialuronico). I farmaci, tuttavia, sono solo dei sintomatici pertanto devono essere associati alla terapia non-farmacologica come la rieducazione del paziente a un uso corretto delle articolazioni, le cure termali, calo ponderale in caso di sovrappeso, eventuale uso di ortesi.


Autori: staff della Struttura Semplice Dipartimentale di Medicina e Reumatologia, Istituto Ortopedico Rizzoli.
Scheda informativa revisionata il: 25 Maggio 2017.

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