malattia
Algodistrofia e sindromi da edema osseo
(scheda curata dallo staff Reumatologia IOR)
Che cos'è l'algodistrofia
L’algodistrofia (denominata anche Complex Regional Pain Syndrome - CRPS) è una patologia dell’apparato muscolo-scheletrico caratterizzata da dolore, spesso estremamente invalidante, dell’estremità distale di un arto superiore o inferiore (mano, piede). L’area interessata si presenta solitamente tumefatta (edema), con cute sovrastante arrossata e traslucida, che al tatto può risultare particolarmente calda o fredda. La funzione del distretto (es. deambulazione) è in genere gravemente compromessa.
Quali sono le cause dell'algodistrofia?
Le cause dell’algodistrofia non sono note, ma si ritiene possa conseguire ad una risposta disfunzionale e spropositata del sistema nervoso, dell’osso e/o del sistema immunitario in seguito ad un insulto esterno. Essa compare, infatti, dopo un trauma (anche banale, come una distorsione), un’immobilizzazione prolungata (degenza post-chirurgica) ma anche dopo episodi di trombosi venosa, infarto, neoplasia, o in seguito all’uso di alcuni farmaci.
Quali sono i sintomi dell’algodistrofia?
Il sintomo principale dell’algodistrofia è il dolore, solitamente sproporzionato rispetto all’evento scatenante, continuo, aggravato dal carico ma spesso presente anche a riposo e durante la notte. Il dolore è scatenato anche da stimoli normalmente non dolorosi, come il contatto con le lenzuola (allodinia) o da stimoli dolorosi di entità modesta (iperalgesia). La funzione del distretto è gravemente limitata ed il dolore è talmente intenso da indurre una restrizione sempre più marcata delle attività motorie. Altri sintomi frequenti sono l’edema, le alterazioni del colorito e della temperatura cutanea.
Come viene diagnosticata l’algodistrofia?
La diagnosi di algodistrofia si basa principalmente sulla storia del paziente e sull’esame clinico. Le indagini strumentali, in particolar modo la risonanza magnetica e la scintigrafia, rappresentano un utile supporto. La risonanza magnetica mostra, nella maggior parte dei casi, la presenza di “edema osseo”, anche se questo segno non è esclusivo di questa patologia e può riscontrarsi anche in condizioni più comuni come l’artrosi o le fratture.
Quali sono le terapie disponibili per l’algodistrofia?
La rarità e l’eterogeneità della presentazione clinica rappresenta un limite importante nella conduzione di studi clinici volti a valutare l’effettiva efficacia di specifici approcci terapeutici.
Allo stato attuale, la terapia dell’algodistrofia si avvale di un approccio multidisciplinare. Da un punto di vista farmacologico, oltre agli analgesici, vengono impiegati prevalentemente farmaci della classe dei bisfofonati ad uso parenterale (endovenoso o intramuscolare) come il neridronato che, specie nelle forme precoci, possono indurre la remissione dei sintomi in una significativa quota di pazienti. La tempestività del trattamento può essere un elemento chiave nei risultati della terapia.
Nei pazienti refrattari, pur in assenza di chiare evidenze di efficacia, possono avere un ruolo altri farmaci come i corticosteroidi, gli antiepilettici, i vasodilatatori e gli oppiacei.
Di fondamentale importanza è l’approccio riabilitativo, finalizzato al ripristino del carico e della funzionalità dell’arto e alla correzione di atteggiamenti disfunzionali di evitamento del dolore.
Autori: staff della Struttura Semplice Dipartimentale di Medicina e Reumatologia, Istituto Ortopedico Rizzoli.
Scheda informativa revisionata il: 21 giugno 2023.
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