Un melograno come simbolo dell’unione di tante parti, ognuna fondamentale: come gli arilli del frutto di questo albero, così medici e personale sanitario, pazienti e famiglie non possono che essere insieme nella lotta contro i tumori infantili.
Un melograno è stato piantato oggi, nella Giornata Mondiale contro il Cancro Infantile, nel giardino ottocentesto dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, centro di riferimento per i tumori muscolo-scheletrici, che colpiscono in particolare bambini e adolescenti.
A proporre l’iniziativa al Rizzoli è stata AGITO, Associazione Genitori Insieme Tumori Ossei, presieduta da Sabrina Bergonzoni, che al Rizzoli collabora con il personale dei reparti oncologici in attività di accoglienza e sensibilizzazione.
La Giornata è promossa insieme all’Organizzazione Mondiale della Sanità da “Childhood Cancer International”, il network globale di associazioni guidate da genitori di bambini e adolescenti malati di tumori o leucemie, presente in 90 paesi e 5 continenti con 188 associazioni.
“Il Rizzoli cura bambini e ragazzi provenienti da tutta Italia e anche dall’estero perché qui è nata e si è sviluppata la specializzazione necessaria ad affrontare tumori aggressivi e rari come quelli che colpiscono l’apparato muscoloscheletrico” spiega il direttore generale Anselmo Campagna, che insieme alla direttrice sanitaria del Rizzoli Viola Damen e all’assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna Raffaele Donini ha partecipato alla cerimonia di messa a dimora del melograno, nello stesso giardino in cui si trova il busto di Francesco Rizzoli.
Nel ringraziare il personale sanitario presente alla cerimonia, l’assessore Donini ha sottolineato: “Il cancro angoscia, fa ancora paura, specialmente quando colpisce un bambino. Per fortuna le possibilità di cura e guarigione sono oggi molto avanzate, grazie alla ricerca, ai nostri centri di eccellenza e alla competenza dei nostri professionisti. La piantumazione del melograno oggi ci ricorda simbolicamente che i risultati, quelli importanti, si raggiungono insieme. E i risultati di guarigione non sono frutto del caso, ma di protocolli di cura avanzati. Sulla cura e sulla ricerca continueremo a investire consentendo a un centro di eccellenza come il Rizzoli di ricoprire il suo ruolo nazionale e internazionale.”